Ecco la storia vera e documentata della Sagra del Tordo. Nel sintetizzare questa cronistoria ci scusiamo sin da ora se raccontando quanto avvenuto cinquant’anni fa abbiamo dimenticato - senza volerlo- alcuni fatti o persone.
Correvano i primi anni cinquanta.
Correvano i primi anni cinquanta.
L’amministrazione Comunale – liberamente eletta – intravedendo nel turismo un fattore importante della rinascita e dello sviluppo economico, aveva costituito un Ente Turistico Comunale nel quale erano stati chiamati: Feliciano Faiticher, Bruno Caprioli, Elio Anghirelli, Adolfo Angelini, Ugo Faiticher, Cipriano Capitani, Ivo Caprioli, Calogero Sanfilippo, jader Pescatori, Assunto Pignattai, Mario Lamoretti, Pietro Capaccioli, Vasco Burgassi.
L’ente organizzò in fortezza spettacoli teatrali, compresa una stagione lirica ( la prima in provincia), proiezione cinematografiche, balli, mostre di vini tipici, fiere gastronomiche e merende, anche se queste ultime suscitarono alcune proteste da parte di coloro che vedevano in esse una offesa allo storico luogo simbolo delle libertà comunali.
Sul finire dei ricordati anni “50”, per iniziativa di altri giovani, ricordiamo Luciani Arrigucci, Mario Burgassi, Antonio Guerrini, Bruno Bonucci, Alba Padelletti e Farnetani Antonio autore del “Bando”, che si strinsero intorno all’ente Comunale, si pensa di dar vita ad una manifestazione popolare che tragga origine da tradizioni sopite.
Si sapeva che nei secoli passati, quando l’ottobre arrivava fresco di vendemmia, quando si intensificava sulle colline il passo dei tordi e dalle cantine si sprigionava l’odor di vino nuovo, aumentavano le occasioni di feste spontanee e genuine: si facevano arrosti, si stornellava e si ballava. I nonni ci avevano inoltre raccontato e lasciato immagini eccezionali di allegre ottobrate: quindi ricordando il vecchio detto “le tradizioni fanno la storia di un popolo”si amalgamano nello stesso calderone storia, usanze, folclore e gastronomia dando origine a una festa prettamente montalcinese.
Domenica 16 novembre 1958 nasce la SAGRA DEL TORDO. La tiene a battesimo l’assessore al turismo Bruno Caprioli e la condurrà nei primi anni di vita. La festa, semplice ma genuina, inizia al mattino: un banditore a cavallo, scortato da tamburini, esce per le vie della città ed invita il popolo tutto alla festa.
Nel pomeriggio il signore di fortezza con sua gentil madonna e la trecentesca corte scendono dalle stanze sul piazzale interno della rocca, dove un saporito arrosto si tordi sta cuocendo al lento fuoco.
Un “gruppo popolaresco” nato nel lontano 1942, balla “il trescone” a suon delle fisarmoniche davanti al carro trainato da bovi appositamente salito in fortezza (quel carro che si era tentato di abolire nella minisagra ’98 perché troppo costoso). Quindi figuranti e comparse coinvolgono il pubblico presente, partecipando ad una allegra merenda.
Il successo è grande. Così si esprime “LA FORTEZZA”, mensile locale di informazione nel suo numero del 7/12/1958: “brillante affermazione della Sagra del Tordo” unanimi consensi per la simpatica caratteristica manifestazione.
Al giornale locale si associano, anche in seguito, i quotidiani a livello provinciale e regionale.